Diritto al recupero dei tempi di visita

14 apr 2021
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Trovo molto interessante la Corte d’Appello di Cagliari del 7 agosto 2020, n. 1509, che stabilisce un principio di carattere generale: il diritto al recupero dei tempi di visita persi con il proprio figlio, per ragioni oggettive e non per la condotta del genitore collocatario. Tale decisione trova la motivazione nella tutela non tanto del diritto del genitore ma del diritto del figlio alla bigenitorialità, che corrisponde al principio del best interest.

IL CASO. Giovanni, padre di Riccardo, chiede al Tribunale di recuperare i giorni di visita persi durante l’emergenza sanitaria da Covid 19 durante le vacanze estive, allungando, dunque, il periodo già concordato in sede di separazione. Il Tribunale rigetta la richiesta e impedisce al padre di portare con sè il figlio in Francia, stato in cui vive, ritenendo che la criticità sanitaria sconsiglia lo spostamento del bambino, nonostante questo fosse previsto negli accordi di separazione. Giovanni propone reclamo in Corte, che accoglie la richiesta prevedendo la possibilità per il figlio di andare in Francia dal padre e di recuperare gradualmente i giorni persi, a cominciare da un periodo più lungo durante l’estate e allungando di qualche giorno i periodi successivi, previo accordo con la madre, fino al totale recupero.

In particolare, la Corte evidenzia l’importanza della presenza fisica del genitore con il proprio figlio, presenza che “non può essere paragonata ad una limitata presenza virtuale di una video chiamata caratterizzata dalla limitazione del contatto fisico, che è tipico di ogni rapporto, soprattutto quello di genitori-figli con bambini dell’età di (…)” Riccardo (4 anni), respingendo dunque la difesa della madre sull’opportunità di sostituire le visite con le videochiamate.

La Corte dissente anche con la motivazione della madre basata sulla tenera età del figlio, ribadendo che quest’ultima non è ostativa ad una permanenza di una ventina di giorni presso il padre, “permanenza che permetterà al bambino anche di coltivare un rapporto sociale con la famiglia di orgine paterna e di iniziare a conoscere la cultura del paese di origine, conoscenza fonte di ricchezza personale.”

Come ho già scritto, la giurisprudenza ha dato risposte contrastanti riguardo al diritto di visita durante l’emergenza sanitaria.

Questa Corte appartiene a quella corrente che privilegia il diritto del figlio alla bigenitorialità, riconoscendo che “l’interruzione protratta del tempo del rapporto tra genitore e figlio può avere conseguenze irrimediabili nel rapporto stesso (…) e, di conseguenza sulla sana crescita del minore anche in riferimento al suo equilibrio psicofisico”.

Il diritto alla bigenitorialità ha una primaria rilevanza costituzionale e internazionale e in ragione di ciò la presenza dei figli presso ciascun genitore non è un diritto del genitore ma un diritto del figlio, la cui tutela è di primaria importanza per una sua crescita sana ed equilibrata.

Proprio la crescita sana ed equilibrata dei figli deve essere anche l’interesse principale dei genitori, che quindi hanno il dovere di cooperare per assicurarla.

Torno a sottolineare l’importanza del buon senso e della ragionevolezza che i genitori devono avere o trovare, con l’aiuto di professionisti esperti, per garantire ai propri figli la serenità dei rapporti e il benessere psicofisico che ne consegue, per tutti e non solo per i figli.