ADOTTABILE MA STRANIERO

1 ago 2013

Come accennavo in un precedente articolo, sono stata nominata tutrice legale di un bambino cinese, che chiamerò con un nome di fantasia Matteo. La nomina a tutore legale è succeduta alla nomina di curatore speciale, ovvero avvocato del minore, nel procedimento che si era aperto davanti al Tribunale per i Minorenni di Venezia per valutare lo stato di adottabilità del minore. Dopo aver raccolto la rinuncia dei genitori, tramite interprete, i giudici hanno dichiarato l’adottabilità del bambino, interrompendo ogni rapporto tra figlio e genitori e pronunciando la decadenza dalla potestà genitoriale. In questi casi il tutore si sostituisce ai genitori per quando riguarda le decisioni importanti, mentre la famiglia affidataria per le necessità di vita quotidiana. All’epoca il minore non aveva neanche un anno, ma era portatore di una grave malattia neuromuscolare, con una prognosi di neanche due anni di vita. Una  coppia si è fortunatamente resa disponibile a prendersi cura di Matteo, assicurandogli tutto l’amore necessario, se non di più. E le premurose attenzioni hanno fatto molto per questo bimbo di pochi mesi malato. Ormai è passato quasi un anno e mezzo e Matteo è stato dimesso dall’ospedale in cui è vissuto nei primi mesi di vita, vive con la famiglia affidataria, è stato preso in carico dall’Hospice di Padova, ha subito diversi ricoveri ed interventi, ma non ha ancora trovato una famiglia adottiva. Nel frattempo la diagnosi è mutata: da atrofia muscolare grave ad atrofia muscolare lieve. Ma rimane comunque difficile che una famiglia si renda disponibile ad adottarlo, garantendogli non solo la cittadinanza italiana, ma  soprattutto un futuro di affetti e legami. E così il bambino si trova ad essere uno straniero nello Stato che lo ha dichiarato adottabile.  Se da un lato l’Italia si è presa carico del minore, dall’altra pretende che ci sia il rinnovo del permesso di soggiorno, riscuotendo il bollo da 16 euro. La normativa non prevede altrimenti: il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo non è possibile, considerato che il minore non possiede un permesso di soggiorno da almeno 5 anni, essendo nato da solo due anni, e che non può agevolarsi degli anni di residenza dei genitori, essendo escluso con loro ogni rapporto, anche solo formale. Questo bambino si trova quindi in un limbo, in una situazione non ben definita: nato in Italia da genitori cinesi per cui cittadino cinese, abbandonato per la sua grave disabilità, dichiarato adottabile dallo Stato Italiano ma di fatto difficilmente adottabile. Rimane, quindi, un extracomunitario che necessita del permesso di soggiorno per affidamento valido 2 anni e che al momento non può godere dell’indennità di accompagnamento. Non ci è dato sapere come si evolverà questa storia, ma sicuramente le difficoltà non sono finite. Anche in questo caso la dedizione e l’amore senza riserve della famiglia affidataria rimangono in secondo piano rispetto alle difficoltà burocratiche del nostro Stato, che dovrebbe essere il primo a garantire piena tutela a un soggetto particolarmente debole come un minore di due anni disabile alla ricerca inconsapevole di una propria famiglia.